Dal Buso dei Briganti alla cava di Riolite, le meraviglie del Monte Cinto
Il sentiero del Monte Cinto, censito come n°11 dal catasto dell’Ente Parco Colli, è un sentiero di circa 8km con un dislivello di quasi 300m che si affronta quasi completamente nella prima parte, per poi procedere ad anello intorno al monte.

Inizio del Sentiero del Monte Cinto, presso il museo di Cava Bomba.
Ecco il rilievo altimetrico, che dimostra come siano distribuite le salite!

Rilievo altimetrico del percorso del Monte Cinto (n°11)
Alcuni tratti sono abbastanza disagevoli, soprattutto per raggiungere le deviazioni, ha però il pregio di permettervi di cambiare molti ambienti, tra cave, vigneti, uliveti e boschi di Robinie e Castagni.
I primo tratto (per circa 1,4Km) e di conseguenza anche l’ultimo visto che si ripete, è molto esposto al sole e potrebbe essere un po’ provante nelle ore centrali della giornata, mentre nella parte centrale sarete quasi sempre tra gli alberi.
La partenza è dal museo di Cava Bomba e chi è stato bambino a Padova e provincia di sicuro è stato in gita con la scuola almeno una volta in questo museo!
Di seguito la traccia GPS del percorso. Potete seguirla usando i menù per aprirla con il vostro google maps e visualizzando la vostra posizione GPS vedere se state seguendo correttamente il percorso.
A questo link puoi caricare il file .gpx del percorso che potrai caricare nei tuoi dispositivi.
Potete vedere i punti più interessanti di questo percorso nel Virtual Tour che ha creato il sito Collieuganei.it che vi riporto di seguito.
Vi avviso che non funziona con Google Chrome.
Le deviazioni sul percorso permettono di visitare alcuni luoghi molto interessanti:
Il castello del Monte Cinto
La cima del Monte Cinto ospitava fin dall’anno mille un castello fortificato, raso al suolo e ricostruito nel 1242 e successivamente abbandonato nel XV secolo.
Se devo essere sincera ho visto molti cartelli che indicavano il castello, ma delle rovine neanche l’ombra!
Forse la vegetazione in questo momento era troppo rigogliosa.
La Cava di Riolite
Una deviazione vi porterà alla cava di Riolite, un piccolo anfiteatro molto suggestivo, grazie alle lunghissime colonne che arrivano fino alla cima del monte, in parte occultate dalla vegetazione.
Si raccomanda prudenza perché potrebbero ancora esserci dei piccoli crolli, ma non perdetevi la vista del sole che entra dall’alto impedendovi di fare qualsiasi tipo di fotografia alla parete di colonne!!!
Il Buso dei Briganti
Con una deviazione (seguite la mia mappa o i cartelli che troverete in loco) arriverete al Buso dei Briganti: è uno sperone trachitico su cui ci si arrampica per dominare tutta la pianura circostante.

Panorama dal Buso dei Briganti (sulla destra il foro chiamato Porta dei Briganti)
Come il nome fa intuire è un posto ricco di storia e di leggenda, avendo svolto nel tempo le funzioni di torre di guardia, forte, polveriera clandestina e nascondiglio dei briganti.
La Porta dei Briganti si apre su un terrazzino naturale che permetteva un’ottima visuale sulla pianura circostante, da cui le vedette segnalavano ai complici a valle l’arrivo di carrozze da rapinare. Si dice anche che la porta potesse essere chiusa con un pesante portone.
Per raggiungerla dovete scendere per la scala improvvisata sulla roccia e se lo conoscete capirete a cosa si è ispirato il Gran Tino di Arquà Petrarca quando ha progettato le scale!

Immagine di quando cercavo di farmi male arrampicandomi nelle rocce del Buso dei Briganti
La leggenda racconta che un gruppo di banditi tra i più temibili della storia fu catturato proprio nei pressi del Buso dei Briganti e che fossero poi stati impiccati pubblicamente ad Este. Uno solo si salvò, rimanendo nascosto nel Buso dei Briganti e fissando lì la sua dimora. Divenne noto come eremita e un giorno salvò un boscaiolo ferito portandolo in spalla fino al paese più vicino, riscattando così le sue malefatte.
Morì il giorno dopo, proprio al Buso dei Briganti e lì nacque un mandorlo, il primo a fiorire ad ogni primavera, ad alimentare la leggenda di questo luogo.
A me è piaciuto molto, mi ha ricordato le salite ai templi in Sri Lanka, con la differenza che qui fa meno caldo e si possono tenere addosso le scarpe.
Ma l’alone di magia e mistero, quello c’era!